Il Cilento, una terra di rara bellezza tra il Tirreno e le montagne dell’entroterra, è non solo ricco di paesaggi mozzafiato, ma anche di miti e leggende che risalgono a tempi antichissimi. Queste storie, radicate nella mitologia greca e nella tradizione popolare, hanno attraversato i secoli, alimentando l’immaginazione di generazioni e trasformando il Cilento in un luogo magico e misterioso. Scopriamo insieme alcuni dei racconti più affascinanti, che hanno influenzato la storia e la cultura di questa regione.
Il Mito di Palinuro: Il Nocchiero di Enea
Uno dei miti più famosi e documentati del Cilento è quello di Palinuro, il nocchiero della flotta di Enea, il leggendario eroe troiano. La storia è narrata nell’Eneide di Virgilio, il grande poeta latino che racconta il viaggio di Enea verso l’Italia. Secondo il mito, Palinuro, per volontà degli dei, cadde in un sonno profondo durante la navigazione e precipitò in mare. Dopo giorni in balia delle onde, riuscì a raggiungere la costa del Cilento, ma, sfortunatamente, fu ucciso dagli abitanti locali, timorosi di uno straniero giunto dal mare.
Virgilio narra che l’anima di Palinuro vagava senza pace fino a quando, su richiesta di Enea, il suo corpo non fu sepolto con i dovuti onori. Questo mito ha dato il nome a Capo Palinuro, uno dei tratti di costa più suggestivi del Cilento, caratterizzato da scogliere a picco sul mare e da grotte marine di rara bellezza. Il ricordo del nocchiero si mescola con la natura selvaggia del luogo, dando vita a un paesaggio che evoca ancora oggi il fascino del mito antico.
Le Sirene di Punta Licosa
La leggenda delle Sirene è strettamente legata al Cilento e, in particolare, a Punta Licosa, una delle aree più incontaminate e affascinanti della costa cilentana. Nella mitologia greca, le sirene erano creature per metà donne e per metà pesce, note per il loro canto ammaliante che faceva naufragare i marinai.
Secondo una delle versioni più antiche, una delle tre sirene, Leucosia, disperata per non essere riuscita a far cadere in tentazione Ulisse con il suo canto, si gettò in mare e il suo corpo fu trasformato in uno scoglio, che oggi si identifica con l’isolotto di Licosa. Il nome stesso di Punta Licosa deriva da questa leggenda: Leucosia significa infatti “la bianca”. L’area, oggi parte del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, conserva ancora intatto il suo fascino misterioso, con le sue acque cristalline e i paesaggi naturali incontaminati che evocano immagini di antichi miti.
Velia: L’Antica Elea e il Filosofo Parmenide
Un altro luogo emblematico del Cilento è l’antica città di Velia, conosciuta in passato come Elea, fondata dai coloni greci nel VI secolo a.C. La città non è solo importante per la sua storia e le sue vestigia archeologiche, ma anche per essere la patria di Parmenide, uno dei più grandi filosofi dell’antichità, e della sua scuola filosofica, la Scuola Eleatica.
Velia, tuttavia, è legata anche a racconti mitici e leggendari. Si narra che la città, come molte altre colonie greche, fosse protetta da forze divine e misteriose. Secondo una leggenda locale, Velia fu colpita da una maledizione divina, che portò al declino della città quando i suoi abitanti persero il favore degli dei. I resti archeologici di Velia, oggi Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, si ergono a testimonianza di una grande civiltà passata e, passeggiando tra le rovine, è facile immaginare come la città fosse pervasa da un’aura sacra e mitologica.
Il Mito del Monte Sacro (Monte Gelbison)
Il Monte Gelbison, conosciuto anche come Monte Sacro, ha un forte significato spirituale per la popolazione del Cilento. Da secoli, questa montagna, alta oltre 1700 metri, è un luogo di pellegrinaggio. Sulla sua vetta si erge il Santuario della Madonna del Monte Sacro, una meta religiosa visitata da pellegrini da tutto il sud Italia.
Il nome “Gelbison” deriva dall’arabo Gebel-el-son, che significa “Monte dell’Idolo”. Si narra che il monte fosse considerato sacro già nell’antichità, ben prima della diffusione del Cristianesimo, quando le popolazioni locali veneravano divinità legate alla natura. Anche dopo la cristianizzazione della zona, il monte continuò a essere considerato un luogo di grande energia spirituale. Secondo la leggenda, durante la notte, è possibile sentire tra i boschi antichi e le rocce del monte i canti degli spiriti degli antichi dei che un tempo lo abitavano. Ancora oggi, il pellegrinaggio al santuario viene visto come un rito che unisce passato e presente, fede cristiana e antichi culti pagani.
La Grotte di Pertosa-Auletta: Il Regno degli Inferi
Le Grotte di Pertosa-Auletta, situate nell’entroterra cilentano, sono un complesso carsico di straordinaria bellezza naturale, ma anche un luogo intriso di leggende antiche. Si tratta delle uniche grotte in Italia dove è possibile navigare un fiume sotterraneo, il Tanagro, che attraversa le viscere della montagna.
Le leggende locali parlano di queste grotte come di un passaggio verso il regno degli inferi. Secondo alcune tradizioni antiche, gli antri più profondi delle grotte erano abitati da creature maligne o dagli spiriti degli antenati. Questo luogo ha sempre suscitato timore reverenziale tra gli abitanti del posto, che credevano che addentrarsi troppo nelle cavità più oscure avrebbe potuto risvegliare entità sovrannaturali.
Il Cilento è un territorio che non solo offre una natura spettacolare e un patrimonio storico e archeologico straordinario, ma che è anche intriso di miti e leggende che affondano le loro radici in un passato lontano. Dal mito di Palinuro alle sirene di Punta Licosa, dai racconti legati a Velia fino al Monte Sacro e alle grotte misteriose, ogni angolo di questa terra racconta una storia che unisce realtà e immaginazione.
Queste leggende, autenticamente legate al territorio, continuano a essere vive nella cultura locale, trasformando il Cilento in una destinazione dove storia e mito convivono armoniosamente, offrendo a chi lo visita l’opportunità di immergersi in un mondo ricco di fascino e mistero.