Il nucleo originale del Castello Angioino Aragonese consisteva in una semplice torre di osservazione eretta nella prima metà del VI secolo dai Bizantini. La struttura comincia ad espandersi dapprima durante la breve dominazione Saracena (882-915) e poi durante i due secoli della dominazione Normanno-Sveva, con la costruzione del ponte levatoio e lo scavo del fossato. Ad oggi, ci si riferisce al Castello come Angioino Aragonese in virtù delle profonde ristrutturazioni adoperate prima dagli Angiò di Napoli e poi dagli Aragona di Sicilia. Durante questo periodo la pianta si espande fino al raggiungimento della forma che mantiene ancora oggi; le mura vengono progressivamente abbassate e inspessite per contrastare le nuove armi da fuoco che si andavano imponendo nel XV secolo; parimenti, le torri diventano stondate, con una forma a tronco di cono. Le merlature mantengono solo una funzione ornamentale, poichè nelle sezioni in muratura venivano ricavati degli alloggi per i fucilieri.
Il Castello, dal momento dell’introduzione della feudalità, passa nelle mani di diverse famiglie nobili, tra cui si segnala quella dei Sanfelice, titolari del feudo dal 1660 al 1806. Proprio da questa data la feudalità viene abolita dal rinnovato Regno di Napoli, ora nella mani di Gioacchino Murat. I napoleonici, quindi, occuperanno il castello fino al 1816 rendendolo il principale snodo strategico a sud di Salerno. Dalla fine dell’impero Napoleonico il Castello viene progressivamente abbandonato, pur essendo stato acquistato da diversi privati.
Dal 2008 la proprietà è di nuovo comunale. Ad oggi il Castello è la principale attrazione storico-culturale della città ed ospita eventi e rassegne di grande importanza.
Archeologo dott. Antonio Capano